Il più grande spettacolo dopo il big bang, siamo noi!

Oggi ultimo giorno.  Domani alle 6 si pare  per Duala e poi alle 23 per Parigi e mercoledì alle 12 a Genova! Tanti i ricordi ma le foto su www.millemani.org ci aiuteranno a non dimenticare. Gli zainetti sono bastati per tutte le scuole dei villaggi. La squadra dei 6 missionari ha lavorato bene. Andrea l’inglese perfetto. Teresina joja, che roba! Neda con carta e penna per il diario. Tommy ad aggiustare computer, Nonno Luciano sempre con i bambini. Io con calma, quasi tutto! Dopo 5 anni la situazione non è cambiata. Il capo tribù tiene sotto tutti ben bene! Le strade non ci sono e l’acqua nemmeno. La luce viene e va. I bambini sempre tanti e sempre con fame, sete e ricerca di una stretta di mano. La comunità rinnovata molto accogliente e poche storie e tanti fatti.  Ora tutti impegnati per la costruzione del seminario.  Si scavano le fondamenta con picco e pala e si fanno i mattoni sul posto in cemento. I giovani si accontentano di un cellulare. Non ci sono macchine ne moto. Solo qualche taxi da portare allo sfasciacarrozze. Per il mangiare riso, fagioli  e banane. I mercati: degli stracci per terra con sopra di tutto e di più e tutti i comprare con prezzi molto bassi. A lavorare solo le donne, tutte ricurve per il lavoro.  Gli uomini non si vedono. Nessuno cerca di cambiare la situazione, sembra che ci si accontenti così. I bambini questa mattina a scuola sono arrivati con dei bastoni di bambù, forse per qualche gioco. Gli acquazzoni, che fanno letteralmente paura, portano via tutto e ripuliscono miracolosamente aria, strade, prati e campi.  La luce rimane un mistero. E nessuno si lamenta. Sembra che sia proibito alzare le voce o lamentarsi. Il capo tribù ha la panca intarsiata riservata per lui in ogni chiesa. Panca molto lunga per le mogli. Questa volta non si è fatto vedere. Mi dicono che il nostro, del nostro villaggio di Mambu è cristiano ed ha una sola moglie. E’ stato lui a dire dove fare il seminario perchè vuole che la case nuove si facciano in quella direzione. Per questo scopo ha fatto fare una strada vera anche se con terra battuta e molto larga tanto che ci siamo meravigliati. Di zanzare non se ne vedono. Mangiamo con i Padri e i chierici come a casa nostra. Riso, fagioli, polenta e pasta. E molta papaja e banane. I missionari riescono a trovare del vino che dicono che è anti malaria.  Pamela, la preside, è la nostra referente. Ora è a Bamenda con Nonno  Luciano per la stoffa per le divise degli alunni. Qui regna la calma, il buio notturno, si sentono gli uccelli cantare, il vociare dei bambini. Ogni casa ha il suo orto con le sue piante di fagiolo e di banane. Tutte case a un piano. Fatte con mattoni di terra e un tetto di lamiera. Fa impressione come si vestono. Colori sgargianti, tacchi 12, e quasi tutte le donne con parrucca colorata. I bambini sempre allegri con nulla o poco. Non capisco i giovani, molti li vedo tristi, forse  capiscono a non possono fare nulla. La birra o altro è la loro fuga o scorciatoia. La chiesa è l’unica realtà che tira su la situazione e questo in tutta l’ Africa!  Vorrei quì a Bafut quelli che criticano la chiesa!!! Certo si potrebbe fare di più, ma forse basterebbe che le multinazionali delle banane e del legname invece di rubare e basta lasciassero cadere qualche briciola in strade, in acqua e luce. Due ruspe con un pò di gasolio potrebbero fare le strade e con poco portare l’acqua non dico nelle case ma almeno in alcuni punti. La scuole tenute dalla chiesa hanno qualche cosa di scuola. Quelle statali fanno paura, nei villaggi fanno spavento e non si capisce come chiamarle scuole. Il Signore regala,per fortuna, ogni giorno ogni ben di Dio. La pioggia fa il resto. L’Africa potrebbe essere un grande paradiso terrestre se gli sfruttatori di una volta e quelli di oggi non depredassero ogni risorsa senza scrupoli. Non possiamo lamentarci di tanti che tentano di sbarcare sulle nostra coste. Vengono  a riprendersi quello che abbiamo loro rubato. Ma non lo trovano perchè lo abbiamo  divorato o buttato in discarica. La pubblicità delle banane che ho visto sul bus a Genova prima di partire vorrei che veniste a vedere in Camerun come stanno le cose. Non si parla più ne di ebola ne Boko_Haram di  forse anche perchè fanno meno paura.  Per ora basta così.

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