Una domenica da dire: un sogno!

Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.” Luca 9 Questo brano  del vangelo mi ha sempre colpito i cinque pani e due pesci e le dodici ceste avanzate. Mi meraviglio dei pochi pesci e dei pochi pani. Meno di cosi è impossibile. Eppure è questo poco che genera il miracolo. Quando c’è tutto, quando non lasciamo spazio alla sorpresa o meglio alla profezia rischiamo che alla fine manca qualche cosa. In Signore ci chiede quei cinque gazebo e due casse, ci chiede cinque in cucina  e due ai tavoli. E succede che avanzano ceste piene. Ricordo le ceste raccolte della casa… chi di noi pensava ai due piani, ai pavimenti in porfido. Basta arrivare con uno che viene la prima volta per leggere sul suo volto lo stupore, la sorpresa, la meraviglia. E se ci pensiamo bene nessuno osava pensare al miracolo, alle ceste  raccolte. Lascio a voi di trovare e raccontare le ceste nelle varie attività nei gruppi. Questa tematica nasce dalla difficoltà visto la frenesia di fermarsi a riflettere non dico i soldi fatti e la tanta  gente ma lo stupore, le sorprese, l’imprevisto. Non per darci il contentino ma per abituarci alle sorprese che il Signore ci riserva anche come gruppo. Sono passati tanti anni che ci conosciamo e abbiamo vissuto parte della vita insieme con gioie e dolori. Oggi ricordiamo solo le gioie. Questo esercizio ci serve poi alla nostra vita personale per dire il nostro grazie al Signore. Nel libro Il miracolo della vita io ho fatto questo. Ho visto la presenza del Signore in molti fatti raccontati e la mia sorpresa del più che non avevi previsto. Come i miei spostamenti e ora  la malattia. Quante volte mi  sono trovato con cinque pani e due pesci e di fronte un mare in tempesta. L’ansia, altro fattore che fa parte o dei pochi pani o di un pesce. L’ansia che ti prende e  non ti lascia dormire. L’ansia di non farcela per la sproporzione del lavoro, della difficoltà. Ma  poi arriva la raccolta con le ceste. In ogni gruppo succede anche questo: siamo in pochi e il da fare è tanto. Solo se ci mettiamo in questa dinamica del vangelo letto possiamo  non cadere nello scoraggiamento, ma anzi lavorare con ansia e serenità. Noi che dovremo essere i più convinti nei gruppi dobbiamo esercitarci a fare questi esercizi di moltiplicazione 2 per 5 uguale mille. Questo ragionare non ci fa cadere nell’efficientismo  lavorando per il Signore. Per grazia siamo salvati San Paolo. Ricordo gli ultimi campi famiglie. Si parte con poco e anche in pochi, poi alla fine..questo è stato il campo  famiglie migliore.  Saper leggere la nostra storia in questo modo serve anche per trasmettere sicurezza ai nuovi  che si avvicinano. Il bilancio di una attività non è solo compito dei cassieri ma molti di noi sono chiamati a raccontare e magari anche scrivere quello che si è notato non previsto ne dal programma ne dalla pianificazione. Imbrigliare lo Spirito Santo o la grazia di Dio rischiamo di impoverire il nostro lavoro e diventare come una catena di montaggio. A guadagnarci sono anche le nostre grandi attività come le  feste del volontariato o il Natale che sia tale. O i campi estivi. Ora che il Signore mi ha concesso una pensione forzata noto che molte attività passano via come le acque del Lavazze. Quando ero assistente scout e ho fatto due campi con loro, campi di  15 giorni ricordo con stupore la loro ultima giornata prima di  partire. Tutti i ragazzi con i loro capi arrivavano al recinto con le panche  con una coperta. Si rimaneva tutto il giorno a fare un bilancio su ogni ragazzo facendo notare anche  l’impegno messo nei giorni di campo. E   tutti stavano a sentire avvolti dalla coperta. Oggi pomeriggio ripartiremo per casa nostra e in settimana ci sarà per molti la visita alla sede per una  riunione. Mettiamo in cantiere anche di trasformare le nostre riunioni con l’apertura alla sorpresa ma mettendo prima  i nostri cinque pani e due pesci. Ogni riunione deve essere la gioia dell’incontro, la gioia degli sguardi, dei sorrisi e poi delle cose da decidere. Se freddamente ci fermiamo a dire cose anche importanti senza ansia e senza l’apertura al  mistero andiamo via più poveri di prima. Quando invece tutti si benedicono a vicenda facendo la faccia da stupito quando parla  un altro allora ci si alza tutti più ricchi di quella cosa che oggi abbiamo chiamato: le ceste raccolte.

Scroll to Top