La “due giorni” tante emozioni!

“Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede” Paolo nelle seconda lettura.  Tutti noi che siamo qui siamo stati chiamati a fare qualche cosa  di bene insieme. Questa chiamata la possiamo chiamare anche “promessa”. Quell’impegno preso quando eravamo piccoli e quella promessa che portiamo al collo spesso anche con orgoglio. Sentirsi la chiamata è il momento più esaltante perché è la partenza per grandi sogni. Paolo dice di essere degni. Lo siamo se siamo qui oggi alla due giorni.  Per capire se siamo stati chiamati al bene basta guardare le nostre pagine scritte e vedere il bene fatto.  Paolo parla di “ogni proposito di bene e l’opera della nostra fede” E’qui che si misura la fede: il proposito di bene. Tutta la nostra preghiera, le nostre Messe devono portarci al proposito di bene. Questa la prova del nove delle nostra vita. E oggi è uno di quei giorni in cui possiamo fare la prova del 9 sia su di noi, che sul nostro gruppo. E io mi permetto di farne una con tutti. “Non fate nulla per rivalità o vanagloria “. Il Vangelo,  Zaccheo che sale su un albero per vedere Gesù passare: era piccolo di statura. Di fronte a Gesù che passa siamo sempre troppo piccoli per vederlo. Occorre salire. Chi sta a raso terra, chi non osa spiccare il volo, chi si accontenta di quello che gli capita è difficile che incontri Gesù che passa sempre anche per noi. Zaccheo è salito per curiosità, è salito e non pensava mai che Gesù si invitasse a casa sua. Sono le sorprese della vita. Gesù non ci chiede miracoli, non ci chiede atti eroici, ci chiede solo un po’ di curiosità, un po’ di desiderio di vederlo anche a costo di essere preso in giro. Immagino la gelosia di molti che camminavano vicino a Gesù, e sicuramente più di uno lo avevano inviato a casa a pranzo. Ma Gesù sconvolge i nostri piani. “E’ entrato in una casa di peccatori”.  I delusi, i vicini, cambiano subito  a accusano Gesù di andare da un peccatore. Quante volte, spinti da un atto di gelosia, attacchiamo e accusiamo. Succede tante volte anche fra di noi, anche fra gruppi. Passare alla accusa dopo una delusione. Ricordo certi attacchi ma spinti da altri scopi. La foto della firma dal notaio per il prato. E mesi prima gli stessi avevano acquistato le zolle per il prato. Il processo, uno contro dieci. Ma succede anche in piccolo fra le direzioni, ai campi estivi, alle feste del volontariato. Prima siamo amici, camminiamo insieme, poi ad un certo punto si cambia atteggiamento, c’è la rottura del rapporto e chi l’ha visto! Zaccheo è un grande decide di restituire quanto rubato. E Gesù lo premia ancora: “Oggi per questa casa è venuta la salvezza”  Questo è la strategia di Gesù. Non interessano le chiacchiere, il dovuto, il logico per noi. Lui va diritto alla persona, sceglie chi è fuori dal coro, l’imprevedibile.  Penso alla scelta di Casa Speranza.  Che gioia ora quando i ragazzi arrivano ai nostri campi e alle nostra famiglie. La scelta di aiutare i ragazzi del Camerun. E abbiamo indovinato proprio perché non abbiamo fatto la scelta ovvia, scontata. “Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Questo “chi era perduto” deve diventare la nostra preferenza.  E oggi “chi era perduto” sono tanti. Sono gli anziani, soli e spesso abbandonati. Sono i tanti ragazzi, spesso perduti, per mancanza di guida. La scelta degli ultimi, la scelta fuori dal coro, sarà quella che ci farà essere credibili. Non sono i nostri mezzi, o il nostro bel sito, ma la scelta degli ultimi, di chi si sente perduto. Papa Francesco ci è molto di esempio. Dobbiamo buttare al macero tutto quello che ci fa allontanare dalla scelte troppo scontate, quelle dei nostri comodi, quelle che vanno bene a noi, e fare la scelta contro corrente, quella che ci porta a sporcarci la mani e il portafoglio. La scelta di Ventimiglia di alcuni della Maddo. La scelta nei campi estivi di non far pesare la quota, quando uno non può. Ed è da grandi, scrivere pagato, per non metterlo in difficoltà. Anche ai campi famiglia si fa di tutto per non pesare troppo su chi deve fare i conti con la fine del mese.  E una scelta che paga bene, anche se non subito. Se penso al Pozzo di S. Nicola che rischia di chiudere. O il giro del sabato sera. Per la colletta alimentare alla fine di novembre il GRS si è fatto avanti quando al consiglio pastorale si è paventato di dire di no. Penso a Spoleto la mobilitazione sempre per la colletta alimentare. Devo confessare che siamo stati fortunati in questi anni. Sempre in ogni gruppo è passato chi ci ha fatto volare alto. Nelle scelte dei “perduti”.  Il bilancio di un gruppo deve guardare anche queste scelte.  Quella “amatriciana” per aiutare la scuola di Amatrice.  Ringrazio di aver avuto il permesso per questa domenica di uscire da San  Martino. E’ stato un primo miracolo. E sono qui con voi a celebrare la Messa. Tentano la sperimentazione per fermare questa malattia che non perdona. Ci spero tanto. Ma sono sereno perché vedo che tutto continua anche senza di me. Questa mi da la forza di accettare serenamente questa situazione un po’ surreale. Seduto su una BCS, il mangiare con un rubinetto e senza voce. Una volta alla mattina appena svegliato facevo le prove con la voce. Ora non più. Ma sono sereno, sorrido alla vita. Non sono un eroe, sono un Mody che continua nel sogno.  Ho solo paura di atterrare in qualche pollaio o vicino a un caminetto. Vi chiedo di non permettere a nessuno di violentare i miei e vostri sogni. Stava per succedere quando ho deciso di andare in Camerun, stava per succedere quando volevo andare a Lourdes. So che non sarà facile. Ma per me non è mai stato facile nulla. Non voglio lasciare questo mondo nella solitudine di una camera attrezzata. Sogno ancora di venire a Spoleto, di andare a Collegno, di fare il campo neve a Rumo nella nostra casa con la stufa a legna. Siete voi  a darmi questa forza.  Il vostro lavoro duro ogni giorno mi da la carica ad alzarmi a mettermi la scarpe e non le ciabatte, i blu jeans e non il pigiama. Perché ora chi rischia di essere “perduto” sono proprio io. Ma questa Messa con tutti voi davanti mi fa sperare e sognare ancora. Grazie a tutti voi. Che il Signore, la Madonnetta, San Martino, facciano insieme il miracolo della vita. Senza la fede, anche se poca, sarei perso, mi sarei arreso. Ecco perché sono qui, ecco perchè sorrido alla vita. Anch’io come Zaccheo devo salire su di voi per vedere la speranza che accende la fede. In questo momento di confusione e di odio gratuito stiamo diventando isole felici, porti sicuri. Attenti al lupo. Ma attenti anche a chi vi vuole far volare, far fare la scelta dei perduti. Attenti perché le crisi nei gruppi arrivano quando si lascia solo chi propone delle scelte evangeliche e non a raso terra. Si c’è molta serenità nei gruppi e fra gruppi arriva da questa scelte. Portano ai gruppi quel timbro di credibilità, e insieme alla Benedizione del Signore.sito-ora

 

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