per carità: quaresima.


“Meglio essere un ateo che un ipocrita cattolico” Papa  Francesco.  E’ da  questa frase che mi permetto di scrivere due righe sul mercoledì delle ceneri e sulla quaresima. Chi è l’ipocrita. E’ chi porta la maschera per nascondere il suo vero volto e farsi così vedere giusto e santo agli occhi degli altri. Oggi con il mercoledì delle ceneri inizia la sfilata dei perfetti e dei santini. I veri cristiani non si prestano a sfilate di moda, non si danno le frustate davanti agli altri, non si sentono santi ma peccatori. Il vero digiuno è impegnarsi a fare il bene, a dare una mano a chi stenta. Poi il pesce al posto della carne è una doppia presa in giro come doppio è il prezzo del pesce. Il comportarsi bene, il sorridere alla vita, l’impegno nel volontariato è il digiuno che il Signore vuole. In famiglia, sul lavoro, a scuola, in convento, ci sono tante occasioni per fare quaresima. Ci sono atei che fanno una quaresima con l’ impegno verso i poveri e vincono tanti cristiani con il dito alzato. Non sono contrario alla preghiera, alla penitenza, al digiuno, ma fatto con il sorriso o “profumatevi il capo e lavatevi la faccia” Matteo 6, 16. Molti di noi che vivono nel gruppo o di ragazzi e millemani per gli adulti hanno tante occasioni per far digiuno facendo il bene. I gruppi vanno avanti grazie a questi giovani e a questi adulti. Non ci dobbiamo meravigliare delle sorprese quando partiamo per una iniziativa come le magliette o ora con il container. Si avvicinano e si mobilitano persone che in chiesa non vanno, ma per la carità non si tirano indietro. Il coraggio dei nostri gruppi è stato e sarà quello di non fare noi la scelta del grano e della zizzania. Quando lo facciamo,  facciamo disastri. Pensiamo  anche i  campi estivi sia dei rangers che delle famiglie di millemani, quante sorprese sul campo e che emozioni certe preghiere di chi pensavamo lontano ma è molto vicino. La fede rande aperti, rende felici, rende simpatici. Non si ha  nulla da nascondere e lo sguardo sprigiona serenità. Basta leggere i volti di alcuni responsabili o di alcuni di millemani. Quaresima è ritornare a uno sguardo felice, gioioso. Pensate se sui banchi della camera o del senato sedessero persone serene con se stessi e con gli altri e per chi crede anche con Dio. La fede deve essere un aiuto a questa pace interiore, altrimenti è un’altra cosa. Il colore è il viola e non si canta il gloria alla Messa. Sono 40 giorni alla Pasqua. Un periodo anche di silenzio, di riflessione sulla nostra vita. Con il coraggio della sincerità quando ci parliamo. Ma senza scoraggiarci. Poi riconciliati  si esplode a Pasqua con il  Gloria nella veglia Pasqua. Nei gruppi una volta si faceva il ritiro. Insieme i ragazzi si confessavano,anche. La catechesi nel mercoledì delle Ceneri: «Non andiamo in Paradiso in carrozza, la salvezza richiede amore». Papa Francesco

Scroll to Top