12+24+6+4+4+8+1…. E i conti tornano. 12: lavoro, famiglia, sogni e decisione a Mione. 24 alla Maddo per coronare i sogni. Tutto uno sorpresa. Tentativi tanti. Risultati anche. 6 i più esaltanti. Tutto diventa vero. A Sestri. 4 per “piano, piano”. Troppo poco…tempo…. a Spoleto. 4 di sofferenza mista a gioia. Quella del rododendro che riesce a sbocciare in alto al freddo e al gelo. Ma vale di più.. a Collegno. 9 ancora alla Maddo per volare più in alto. Con i piedi a terra o occhi e cuore da mille parti. 1 l’ultimo: il miracolo della vita. Ogni anno unico. Ogni Mese unico. Ogni posto unico. Poche porte chiuse. Tante spalancate. Tanti che continuano, pochi hanno lasciato. Conflitti, forse troppi. Emozioni forse troppe. Sconfitte non ricordo. Vittorie le ricordo tutte. Le sofferenze mi hanno rinforzato, forse troppo! Tanti i sogni, ma tanta anche la realtà cruda e dura. Tanti mezzi, il 238 il più più. La mia fede sempre poca ma mai sotto. Gli incontri tanti, tanti e tutti unici. Gli scontri pochi e con poca durata. Paura sempre poca, forza di volontà tanta. Sincero non con tutti. Per vivere. Ricordo solo le persone che mi vogliono bene, le altre le dimentico senza volerlo. Questo anche per le cose mi succedono. Per questo sono quasi sempre sereno. Ho iniziato la mia vita con lavoro duro e spesso non capito. Ora, ancora, sofferenza dura e non capita. Ma questo è il miracolo della vita. Camminare in vetta con la nebbia e senza sentiero. Ma questo si chiama emozione o vertigine. Il momento più duro: quando mi hanno detto o fatto capire della rara malattia. Il momento più gioioso, questa mattina quando sono riuscito a vestimi ancora da solo. Il sogno più grande: la casa a Rumo. Ora la BCS, il comunicatore, e ora il rubinetto. A posto. Posso ancora muovermi, parlare e mangiare. Questo il miracolo della vita. Chi mi da più fastidio. Chi mi mette i bastoni fra le ruote o meglio smorza i sogni. Chi mi aiuta di più. Chi condivide con i fatti i sogni. I miei idoli. Tanti che non sono famosi ma per me, si. Le delusioni: chi mentre arava si volge indietro. I rimpianti. Uno. Non aver osato prima nei grandi sogni, casa compresa. Il momento dove pensi che sia finita. Quando ho preso in mano il cavo di alta tensione che era caduto sulla strada per Preghena. Ho toccato il cielo con un dito quando ho superato l’ultimo esame di teologia. Il sassolino che mi sono tolto: il tesserino da giornalista dito quando ho superato l’ultimo esame di teologia. Il sassolino che mi sono tolto: il tesserino da giornalista pubblicista. Altri sogni: la pista da scii e da slitta davanti alla casa a Rumo. A chi dire grazie. A tanti, tutti, uno per uno. Vi ho sempre guardato negli occhi e ora vi vedo tutti. Al Signore che continua a giocare a nascondino e quando si fa trovare si nasconde di nuovo. E il gioco continua. Mia mamma in cima a tutti. Grazie a mia mamma non posso mai lamentarmi. E grazie a mio padre non posso mai fermarmi. Ho deciso di non rispondere ai messaggi che mi stanno arrivando. Questa sera me li rileggo tutti e me li godo. Dopo mi addormenterò pensando già a domani quando dovrò mettermi scarpe e pantaloni. E so già che mi dirò: è andata!