“Lasciate che l’una e l’altra crescano insieme fino alla mietitura e la momento della mietitura…” E’ il vangelo di oggi del grano e zizzania. Il Signore con noi è sempre paziente. Aspetta sul terrazzo come per la parabola del figlio che scappa di casa. Ma non conviene tirare troppo la corda. Perché poi “raccogliete la zizzania e bruciatela. Il grano ponetelo nel granaio” E il momento della mietitura arriva prima o poi. Ma questa parabola va bene anche per i nostri gruppi. E’ sempre difficile distinguere il grano dalla zizzania. “No perché raccogliendo la zizzania con essa sradichiamo anche il grano”. Ci sono molte sorprese nei gruppi. Anche i più sponsorizzati, i più santi, quelli prediletti, spesso ci lasciano nell’amarezza. Tante volte le pietre scartate dai costruttori sono diventate pietre angolari. Sono le sorprese della vita. Anche chi ci sta vicino tante volte quando siamo nella prova sempre si scopre che i vicini sono i lontani. Torniamo al nostro campo. Va bene, sembra che regni la serenità. I responsabili stanno tenendo bene la tensione. La casa, è tenuta in ordine, anche fuori dalle tende sembra tutto a posto. Per la differenziata ci siamo. La cucina anche, oggi anche i canederli con il pane avanzato. E allora che dire: Grazie! Si spera anche che i messaggi, i momenti forti siano vissuti da tutti anche dai responsabili e dai più piccoli. In campo è un treno che passa, carico di possibilità, sta a ciascuno di noi salirci e non lasciarlo che passi. L’organizzazione è la parola d’ordine di oggi. Il racconto dell’asino e il leone parla chiaro. Se si sa fare squadra con gli altri si raggiungono mete che soli nemmeno sogniamo. Quanti ieri mattina sarebbero arrivati alla cima dell’Ilmispiz. Organizzazione è anche voler lavorare con gli altri. Mettere in comune i talenti. Organizzazione è anche partire che la mantella in caso di pioggia, come oggi che ho visto arrivare molti senza nessun riparo. Organizzazione è anche umiltà per farsi aiutare. Chi è umile non è mai solo. È sempre circondato da tanti. Penso al sogno di questa casa. Quanti hanno collaborato e in tutti i gruppi. Ricordo da quando, ero a Collegno, siamo partiti con l’operazione zolle per acquistare il prato per la casa. Poi il progetto. Le cene, l’operazione materassi, le torte, le lotterie, le rose di S. Rita. Tanti che hanno dato materiale, e alla fine ecco questo miracolo che chiamiamo casa sogno. Pensiamo ai gazebo, che girano da Genova a Collegno. A Spoleto, a Sestri. E sono gli stessi. Pensate solo se servissero solo alla Maddo e a Sestri: che tristezza. Questo vale anche per i pulmini. Che tristezza se ognuno si tenesse il suo! E così d’estate e quando servono ci sono tutti o quasi! Ma organizzarci vuol dire anche saper accettare il miracolo dei cinque pani e due pesci. Saper accettare e vedere il lavoro, nascosto ma reale, della grazia di Dio che agisce sempre dentro di noi e in quello che noi facciamo. Come capire il sogno di questa casa senza la benedizione del Signore. Come pensare che i gruppi vadano avanti senza l’intervento del Signore. Anche i campi estivi possiamo e dobbiamo leggerli in questo modo. Quando sentiamo delle forti emozioni, quando vediamo che una cosa riesce meglio, quando raggiungiamo vette mai sognate, diciamo: miracolo! Tutto va letto come un miracolo: il miracolo della vita!