Prima lettura: “«È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati. Anche oggi siamo tentati di fuggire le sofferenze, le difficoltà , il dolore, perché non pensiamo quasi mai a quello che chiamo il dopodomani. La resurrezione finale. Tanti sono i fatti anche oggi che pagano la loro fede con la vita. Anche molti preti e frati. La mia domanda è: che senso la vita se gli viene tolta a 50 anni vittima di un delitto perché credente?. Ma penso spesso anche a mio padre morto di infarto a 49 anni: che senso senza resurrezione! Penso spesso anche a tanti giovani che abbiamo conosciuto come Fabio, Stefano, Gianluca e Nicolò. Ma poi ognuno di noi ha la propria lista di persone dove i conti non tornano. Senza un altro mondo dove non c’è più morte e regna solo la legge dell’amore, dove le persone buone vanno, la vita non avrebbe nessun senso. Ho trascorso la settimana al San Martino e ero il solo a chiedersi il senso di questa sofferenza fuori orario. Eppure la fede nono solo ti da la risposta ma anche la grazia e la forza per accettare e trasformare tutto questo in gioia. Quella gioia che diventa speranza e poi fede forte. La storia di questi sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite. E questo “insieme alla loro madre” che mette ancora più dolore. E oggi troppe volte la madri condividono i dolori dei figli fino alla fine. Quanta sofferenza che leggo su molte mamme a nonne per i figli. Ognuno in famiglia può raccontare un fatto di sofferenza fra parenti stretti. Anche io! C’è sempre una giustizia finale anche in questi casi. Anche in convento spesso solo il giudizio finale mette i conti a posto. L’ho visto troppo bene al funerale di P. Cristoforo. La giustizia fra uomini e sempre con un tarlo dentro. La giustizia di Dio che poi diventa misericordia è sicura senza tarli.
Nel Vangelo. Gesù non ci sta, e alla loro domanda banale (di quale dei sette fratelli sarà moglie quella donna?) contrappone un intero mondo nuovo: Quelli che risorgono non prendono né moglie né marito. Gesù non dice che finiranno gli affetti e il lavoro gioioso del cuore. Anzi, l’unica cosa che rimane per sempre, ciò che rimane quando non rimane più nulla, è l’amore. La domanda parte dai Sadducei che negavano la resurrezione. Dio non è dei morti, ma dei viventi;perché tutti vivono per lui». MI ha sempre fatto ridere questi sette fratelli che prendono tutti la stessa donna ma niente figli. E poi dicono questa donna di chi sarà mogie nel Paradiso! Sono esagerazioni per mettere Gesù in difficoltà. E la sua risposta è chiara: in Paradiso non ci si sposa siamo come gli angeli. Quando ero alla Nemo il mio vicino di letto doveva anche lui prendere il rubinetto per mangiare. Era disperato perché diceva: “Che faccio tutto il giorno se non posso più mangiare?” Io che lo sentivo quando parlava con un parente mi dicevo: ma questo non ha nulla oltre il mangiare! E’ il vangelo di oggi. La vita può essere indirizzata verso la resurrezione, facendo il bene senza guardare che ore sono. Oppure indirizzarla verso le pizzerie o rosticcerie, come se tutto si risolvesse in terra, fra di noi. Chi fa il volontariato anche quando è in pensione ha capito il senso della vita piena anche nel dopodomani. E questo modo di vivere si inizia da giovani, da ragazzi, poi continuare diventa normale. Papa Francesco: ““E’ facile per tutti noi – ha osservato – entrare nella logica del passato, perché è concreta” ed è anche “facile entrare nella logica del presente, perché lo vediamo”. Quando invece guardiamo al futuro, allora pensiamo che sia “meglio non pensare”. “Non è facile – ha ribadito – entrare nella totalità di questa logica del futuro”. E ancora sempre Papa Francesco “Abbiamo paura di accettare e portare alle ultime conseguenze la carne di Cristo. E’ più facile una pietà spiritualistica, una pietà delle sfumature; ma entrare nella logica della carne di Cristo, questo è difficile. E questa è la logica del dopodomani. Noi resusciteremo come è risorto Cristo, con la nostra carne”. Troppo bello tutto questo! Ecco perché i conti tornano ma non di qua. Pensate che senso ha l’impegno di un responsabile. L’impegno per in Natale che si Tale. O i campi estivi. O un semplice bivacco. Non si dura molto se non scatta dentro di noi questa certezza del dopodomani. Se leggiamo la vita di qualche santo notiamo una costante: vivono in questo mondo ma la testa e il cuore lo hanno in un’altra parte. Il che non vuol dire che non vivono in terra ma in modo diverso, il loro punto ai arrivo è molto alto, molto lontano, molto difficile vederlo ma c’è. E questa meta molto lontana giustifica e fa superare tutte le contrarietà della vita. UN bel sogno fa volare molto alto. San Paolo nella seconda lettura scrive nella lettera ai Tessalonicesi che” Il Signore guidi i vostri cuori all’amore di Dio e alla pazienza di Cristo.” E questo il mio augurio per me e per tutti voi. I cuori in direzione di Dio e bello anche la pazienza di Cristo. Lui conosceva bene la comunità di Tessalonica, e sapeva dei problemi e quanta pazienza occorre. E un po’ la storia dei nostri gruppi. Quanta pazienza per ascoltare è dare spazio a tutti. Ma questa è la nostra vita di gruppo. Lo dico anche ai responsabili: pazienza, pazienza. E l’arma della continuità. Se poi riusciamo dando l’esempio a avere e portare i cuori all’amore di Dio facciamo il botto. Ho scritto queste parole al San Martino, per fortuna sabato mi fanno uscire e domenica potrò essere in sede per la Messa. La sperimentazione è iniziata e ora vediamo che succede. Sono ottimista perché la fede, anche se poca mi tiene la candela della speranza accesa. Che voglio di più!