Siamo alle porte di Maggio, periodo dell’anno in cui l’appuntamento fisso è sempre stato il campo primavera che, fino a qualche anno fa, rappresentava l’unico momento dell’anno in cui tutti i rangerini d‘Italia potevano incontrarsi e toccare con mano la grandezza del movimento Rangers , la quantità di bambini e giovani che ne fanno parte.
Ormai da qualche anno il campo primavera è stato aperto solo ai ragazzi più grandi per avere la possibilità di confrontarsi con le altre realtà, di scambiarsi consigli e idee e di organizzare al meglio il tanto atteso campo estivo e avere,inoltre, un’occasione per fare gruppo, perché “Come me, come te, come altri che già ci credono… una sola direzione c’è “. Occasione, anche, di confronto con Millemani per mettere a punto attività comuni e per fare un resoconto generale dell’andamento del Movimento.
Quest’anno, invece, il ponte del 1° Maggio lo passeremo nelle nostre abitazioni, probabilmente a prendere il sole sul poggiolo, con le nostre famiglie o in videochiamata per sentire meno la lontananza dei nostri amici. E proprio grazie a quest’ultima modalità le riunioni settimanali possono procedere quasi regolarmente, a partire da quelle di direzione fino ad arrivare a quella dei più piccini.
Procedendo in ordine decrescente di età , la riunione di direzione, da organizzativa e pratica, si è trasformata in un momento di riflessione e confronto sui pilastri del gruppo, sui simboli e i valori che lo contraddistinguono, questa settimana si è incentrata sul significato di “Chiamati a trasformare il mondo”, titolo del primo libro di P.Modesto e della canzone che abbiamo scelto di ballare come challenge durante questa quarantena. Ognuno aveva un duplice compito: spiegare l’importanza di questo motto per il gruppo e il ricordo più significativo a cui lo associa.
È sempre sorprendente e, al tempo stesso , emozionante rivivere i ricordi legati alla propria infanzia e ascoltare le mille sfaccettature di interpretazione che una tematica storica può assumere nelle parole delle nuove generazioni, una vera e propria versione 2.0. Ripercorrere aneddoti e racconti dei propri compagni di squadra aiuta a rafforzare i legami personali. Seguendo questa linea abbiamo avviato una sorta di “posta dell’amicizia” telematica e digitale, ogni settimana ognuno di noi deve sorteggiare il nome di un altro a cui deve scrivere una mail contenente quello che ritiene più opportuno, dal racconto di queste giornate casalinghe a contenuti più profondi e personali.
La riunione della nuova direzione, invece, viene organizzata ogni settimana, a partire da zero, da uno dei ragazzi che deve pensare a un argomento da proporre agli altri collegandolo a una storiella, a una canzone o a una attività. Questa settimana hanno affrontato la tematica della fiducia e dei pregiudizi aiutandosi con un racconto di un lupo con un comportamento un po’ inusuale, anziché cacciare e vivere solo con il proprio branco, cercava la compagnia e l’amicizia degli animali del bosco , dai quali, però, riceveva solo lontananza e distacco. L’obiettivo principale di questa modalità di incontro è quello di non perdere l’allenamento per organizzare le riunioni degli happiness e la capacità di mettersi in gioco raccontando non solo esperienze personali, ma anche un proprio pensiero riguardo argomenti con cui, almeno una volta nella vita, ognuno di noi si è confrontato.
Sulla stessa lunghezza d’onda si è svolta la riunione happiness +, il cui argomento cardine è stato “giudicare”, con diverse chiavi di interpretazione. Per rendere più interattive le riunioni, prima di concludere di leggere la storiella ogni ragazzo deve pensare a un proprio finale e a una possibile morale che si deve appuntare sul proprio diario di bordo che ha iniziato a scrivere per documentare il periodo che sta vivendo e conservarne per sempre un ricordo. Prima di terminare la lettura si dà inizio a un dibattito in cui ognuno esprime il proprio pensiero e la propria interpretazione della tematica. Al termine si legge il finale della storiella, anche se non esiste mai una conclusione o una morale giusta o sbagliata, perché ognuno di noi modella le vicende illustrate nella storiella alle proprie esperienze e alla propria sensibilità, centrale è, infatti, la capacità di ascolto e di comprensione dell’altro.
I più piccini, invece, questa settimana si sono dedicati all’attività fisica e al movimento, dopo aver condiviso tutti insieme la propria merenda, hanno fatto un po’ di bans e di \ginnastica insieme. Far parte del gruppo significa non essere mai soli, avere sempre qualcuno con cui confidarsi e condividere momenti di svago e riflessione, e, ora più che mai, ognuno di noi ha bisogno di sapere di avere degli amici su cui poter contare.
“…in mano al collo o dentro la tasca, lei rappresenta una forza nascosta, niente di strano…è l’amicizia”
Rangers, rangers, rangers, olè olè olè….Fiiit Bum.