Le giornate di questa lunga quarantena sono calde: la primavera ormai è arrivata e il sole passa attraverso le persiane e alla mattina, sulle pareti della nostra camera, iniziano a risplendere i primi raggi. Le giornate sono lunghe: c’è chi le passa studiando, preparando gli esami, chi cucinando, lavorando o giocando con i propri figli o fratelli, che vorrebbero ritornare a correre nei prati, come Francesca che mentre guardava un aquilone volare nel cielo, sente un clacson provenire da sotto la sua finestra: è Luca con il suo furgoncino Volkswagen rosso e bianco degli anni ‘70. Francesca scende giù e insieme a Luca iniziano il loro viaggio partendo dal Trentino, dal paesino di Rumo, terra d’origine di Padre Modesto, verso Spoleto, Genova, Collegno, Casa Speranza, Camerun… Durante il viaggio gli viene la malinconia dei loro amici, di quando facevano le riunioni con i bambini, gli mancano i bivacchi, ottime occasioni per rivedersi anche con quelli che abitano più lontano. A Luca viene in mente il suo primo campo del 2010, quando è andato all’ospedale di Cles per 4 punti al ginocchio. Si ricorda della sua prima volta a Casa Speranza nel 2014. Durante il viaggio fissava fuori il finestrino dell’aereo: era molto stressato e non sapeva proprio cosa aspettarsi.Appena arrivati però, una bimba gli corse incontro e lo abbracció forte forte e così si senti subito a casa. Le giornate passarono in un lampo perché è proprio quando ci si sente a casa, con le persone che si amano, che il tempo vola. E proprio questo ricordo permette a Luca di affrontare le giornate più cupe e nuvolose: il ricordo dei sorrisi dei bimbi e il loro entusiasmo gli diedero una carica pazzesca poiché son proprio le cose semplici e piene d’amore che fanno bene al cuore. I due ragazzi si fermano per fare benzina e mentre Luca paga, Francesca si mette a ridere. I due si rimettono in viaggio e Luca le chiede quale fosse il motivo per il quale si fosse messa a ridere… << Mi è appena venuto in mente quando al campo del 2017 Sara di Sestri aveva sperimentato una nuova acconciatura e un uccello durante un bivacco era rimasto particolarmente colpito e le era ronzato intorno per tutto il tempo.>> Dopo un lungo viaggio finalmente arrivano a Collegno dove incontrano Lucia una signora che da molti anni trascorreva le sue estati ai campi famiglia; proprio dopo quell’incontro a Luca vengono in mente quanto fossero belli i campi famiglia, soprattutto quello del 2011 poiché aveva conosciuto di persona Padre Modesto. Ma, come dice Lucia, ogni campo, ogni attività Rangers è un ricordo che rimarrà sempre nei nostri cuori. Anche se siamo fisicamente lontani, lo spirito rangers si fa sentire perché è proprio in questi momenti in cui dobbiamo restare a casa che ci possiamo soffermare e pensare di più alle nostre passioni, ai nostri ricordi, ai nostri sogni magari sfogliando un vecchio album di foto. Proprio per questo abbiamo pensato di raccontarvi la storia di due ragazzi, di fantasia, in viaggio verso i gruppi di Collegno, Sestri, Madonnetta e Spoleto per fargli sentire la forza del gruppo.