Prima un grazie a questo regalo di Gesù Bambino di questa messa qui in sede GRM. Dire che qui sono nato e cresciuto é dire poco. Da qui il sogno ha messo le ali e se sono volato a Sestri, a Spoleto, a Collegno, in Casa Speranza, nei villaggi di Bafut lo devo a questa rampa di lancio che è questa sede del GRM. Questa notte siamo qui perché attendiamo. Nascerà, anzi è nato qui, in sede, il Bambino Gesù e da 32 anni centinaia di giovani hanno cercato di preparare il terreno perché venisse accolto. Lo abbiamo fatto al freddo e al gelo con i 4 Natale che sia Tale. Questo terreno o meglio questa capanna l’abbiamo preparata anche ieri sera con lo spettacolo IO credo nel noi. Tutti noi siamo qui e ci sentiamo tutti dentro la capanna. Tutto l’anno lo siamo, non solo un’oretta la settimana seduti al caldo. Le nostre messe, i nostri natali durano dodici mesi. Ecco perché questa sera qui siamo di casa. Siamo nella capanna. Siamo come i pastori stupiti presi da grande timore, finché l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». Non si entra in questo mistero se non si apre una strada, se non si costruisce una capanna, se non si taglia il fieno per l’asino e il bue. Se non arriviamo con le mani piene di carità, se il nostro cuore non è pieno di gesti di amore. Natale non è per chi se la spassa ma per chi suda. Come mai il primo annuncio è stato dato ai pastori? Con tutti i re e cravattai di allora.. i pastori. “Pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce.” Si capisce allora Papa Francesco che sabato, per il suo compleanno, ha invitato a tavola chi vive sotto i porticati vegliando al freddo e al gelo. La lezione sulla carità ce l’ho incisa dentro con i chiodi piantati. Mio papà a Natale invitava a pranzo i due poveri del paese a mangiare i canederli e le patate al forno. Che lezione. Ma allora non capivo. Ero piccolo. Isaia nel prima lettura: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce;” Mi sembra la situazione di molti oggi nel nostro piccolo mondo. Questo camminare nelle tenebre, nell’odio, nella violenza, nelle ruberie, nello stordimento, navigando a vista. Queste tenebre rischiano di farci vedere tutto grigio e nero. Ecco, Gesù nasce per accendere la luce, per accendere la candela della speranza. Ecco perché noi siamo fortunati: perché viviamo tutti come in una grande famiglia e c’è sempre più di uno che ha la candela della speranza viva ed è lui che riaccende anche la nostra. E per la fede è la stessa cosa. L’ho provato anch’io nel settembre dello scorso anno. Se non avessi lavorato per anni per avere il fieno per l’asino e il bue oggi non sarei qui in questa stupenda e calorosa capanna di Natale a celebrare Messa senza voce. Paolo nella seconda lettura ci invita “a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà.” La sobrietà non ci deve spaventare. Il vivere sopra le righe ci rende strani. Natale è anche questo. Accettare nella nostra vita di famiglie e di convento quella essenzialità, quella capacità di gioire nelle piccole cose. Ieri ho preso in mano il Chiodo e mi sono emozionato nell’articolo di Chiara o Chiaretta. Parla di un bambino di tre anni, che, dopo la Messa delle 12, con un sorriso a 32 denti saluta Mody e si aggrappa a lui con tutta la forza che possiede. Chiara si è accorta, forse l’unica. Ecco la sobrietà, il calore del Natale , la Notizia, la Nascita di Gesù Bambino. “Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. Non c’era posto per loro negli alberghi, si intende. Troppo poveri, e poi con l’asino, e Giuseppe senza cravatta, e Maria senza l’abito firmato. Per di più incinta e si vedeva. Questa storia si ripete anche oggi troppe volte. Questi sono i peccati. Eppure trovano una stalla con del fieno e anche un bue e lì Maria dà alla luce Gesù. Nella notte, da soli si, ma che calore, che magia, che fede. Non c’è albergo che tenga. Non c’è forse convento che tenga. Quel calore della stalla d’inverno, con la neve fuori, con quel silenzio, quanti ricordi. Buon Natale. Questa notte è nato per noi il Salvatore. E’ nato: per questo è Natale. E’ nato: per questo siamo qui in festa. E’ nato;?per questo possiamo sognare ancora di più. E’ nato: per questo la candela della speranza non si spegnerà più. E’ Gesù la speranza: E’ Gesù la nostra fede. E’ Nato, E’ Nato E’ Nato.
Dopo le forti emozioni di ieri sera al Teatro a Sestri oggi altre emozioni con la Messa di Mezzanotte qui in sede GRM. Anche Il Secolo XIX ha dato la notizia. Come vedete Mille Mani ha preparato un chiesa fatta di varie chiese e perfino la diretta. Ma ora gli auguri a tutti voi. Sono auguri molto forti e sentiti perché forte a sentito è il vostro bene che mi volete. E solo con questa Messa che ha valore infinito vi posso ringraziare uno per uno. Ma permettete un ricordo anche ai gruppi di Collegno e Spoleto e anche a Casa Speranza e Trentino. Un natale così, sono sincero non l’ho mai fatto. Un Natale lungo iniziato il 2 dicembre ai Pelizzari. Ho solo un rammarico: ho saltato il Natale a Spoleto. I regalo per tutti è la copia del nuovo libro. Pensieri dal futuro. Vi dico già che non sarà l’ultimo! Ma ora un grazie a tutti voi uno per uno. Di strada ne abbiamo fatta tanta insieme. Un po’ con la stella un po’ senza, ma tante sono le gioie e anche i dolori che questa notte ricevono la luce di Gesù Bambino. E da dolori diventano gioia. Si perché questa sera abbiamo scoperto che anche il dolore se condiviso diventa speranza. Alle famiglie nuove che si sono avvicinate dico che siete il segno che siamo anche noi nella capanna vicino a Gesù Bambino. Un forza per il Campo neve dopo Capodanno. Poi con l’inizio della scuola parte la raccolta magliette per il Camerun. Ne raccoglieremo 800. Poi la collaborazione, vedremo come per il 22° container per le Filippine. Il 9 gennaio andrò un pà in vacanza ad Arenzano, alla Nemo con camera vista mare. Ora non andate via perché stapperemo un po’ di bottiglie e apriremo dei panettoni. Anche noi sentiamo lo stupore che sentivano i pastori. Arrivando a casa vi chiedo una preghiera per tante famiglie in difficoltà. Anche molto vocino a noi. Una se potete per questo Mody che possa sempre sorridere alla vita. Dopo questa Messa non ho più nulla da chiedere al Signore. Ma sento che il prossimo Natale monteremo ancora i gazebo ma accenderemo una bella stufa a legna, che ci scalderà come l’asino e il bue hanno scaldato Gesù Bambino. Auguri: Per sempre insieme. Noi crediamo nel..noi! Ci vediamo domenica 8 gennaio. Anche senza cammelli e senza scope. Auguri