Quando ero piccolo, 53,54 anni fa, girava fra di noi, bambino, questa leggenda paesana più che metropolitana. Che un giorno, dalla Merica, sarebbe arrivata una pillola che sostituiva i pranzi e le cene. Io ero preoccupato per il pericolo che la legna, gli scarti della legna, non sarebbero più venduti perchè nelle case i fuochi rimenavano spenti. Ora questa leggenda, per me, è diventata realtà. La gamba non va: ecco la BCS. Non parlo ecco il comunicatore, un computer che parla… quello che scrivo! La gola non funziona, ecco il rubinetto al suo posto. Ora basta corse perché è ora di pranzo o di cena. Ad essere sincero fino in fondo, negli ultimi 5 mesi il mio mangiare era un po’ difficile. Spesso le pappe e i frullati che poi sono la stessa cosa avevano un colore molto vivo ma poi in bocca la domanda era: Manù, che cosa è? Solo Teresina a casa mia a Mione è riuscita nel miracolo di farmi prendere 5Kg! A tavola oltre le porzioni mie allungavo la forchetta sui piatti in tavola tipo fiori di zucchini impanati, o finferli con sugo raccolti da Lucio la mattina. Quando vedo certe pappe, mi viene in mente quando vado o meglio andavo in gelateria e vedevo una fila di gusti e io sempre nocciola e cioccolato e per fa vedere che ero un trendy con un pò di pistacchio. Non so come farò con i digiuni, ma questo problema non lo prevedo. Chiederò di non mettere nella pillola o sacca il fegato perché il mio corpo non lo accetta anche se frullato. Ricordo una cena in una famiglia. Mi siedo e subito dopo arriva un piatto di tagliatelle con il sugo. Pianto la forchetta e che sorpresa: sento odor di fegato. Mi arrendo e aspetto il da farsi. La signora, vedendomi così, mi allunga ancora due cucchiai pieni di sugo con il fegato. E’ andata. Mi dico. Per fortuna che in tasca avevo un sacchetto. Aspetto il momento di distrazione e butto la pasta del sacchetto. Mi dico. I Eravamo in tanti, ma io ero a capotavola con la spalle coperte. Per fortuna che arriva uno e tutti si distraggono, e io con atto fulmineo butto tutto nel sacchetto. Invento la scusa che forse ho dimenticato le luci della macchina accese e esco e butto questo sacchetto, tipo lancio del disco, giù per la scarpata. Rientro e mi salvo con il secondo. Questa notte ho fatto anche un sogno. E’ il minimo che mi possa succedere. Ho sognato che ero a tavola con tanti frati e suore. Un pranzo di quelli che ti mandano subito a letto. E io che faccio. Alzarmi e andare via si nota ancor di più. Dirlo a tutti mi vergognavo. Arriva l’antipasto e questo va via con la scusa che rovina il pasto. A fianco a me sulla destra c’era un suora che mi sembrava sveglia. Dico a lei il mio problema con il segno di rimanere zitta. E ci mettiamo d’accordo che il primo lei non lo prende e le passerò il mio. E’ andata. Per i secondo scatta che:mi basta il primo. Per il brindisi, riempio bene il mio bicchiere e lo scambio subito dopo con un bicchiere vuoto che avevo visto molto vicino. Poi mi sveglio e dico: è andata. Ho chiesto il coprifuoco fino al 23 agosto. Mi è ritornato i pianto facile che poi mi crea mal di testa. Ed è il minimo che possa succedere! E ogni volta che viene uno che mi vuole bene parto con il temporale. Ecco il coprifuoco fino al 23 il giorno dopo il mio compleanno. Era in programma, per il 22. un pranzo nel vicino ristorante: polenta al sugo di cinghiale ma io lo preferivo ai finferli. Immaginatevi io davanti a un piatto di polenta coni finferli… buttarla nel sacchetto. Sarebbe stata una violenza alla mia vita, che fino a 12 anni, tutti i giorni polenta. Ma non preoccupatevi e continuate a volermi bene anche se dovrò dire di no quando mi invitate a pranzo e a cena. Il coprifuoco mi serve anche per sognare un mondo senza pranzi, cene e colazioni e gelaterie. Lo devo sognare, come ho sognato il mono in BCS e un mondo con il comunicatore. Quante volte ho sognato di andare da casa mia al campo in BCS e poi: è andata! Quante volte ho pensato e sognato di dire Messa alla nostra chiesa con i mega sasso e le gradinate! E’ andata. Non sono un forte ma un sognatore sì. Non ho molta fede, ma non ho persa la poca che avevo. Non sono triste, ma anche le lacrime fanno parte delle emozioni che ti ricaricano. Non mi arrendo, ma ogni tanto, ti fermi, alzi gli occhi e sogni. Non smetto di sognare. Ora ancora di più perché devo sognare una vita senza parlare, camminare e ora mangiare. Penso già al primo giorno alla Maddo. Quando è ora di pranzo, che faccio. Fare lo strano e rimanere in camera mi sembra strano. Scendere a guardare altri che mangiano. Magari fettine impanate e patate fritte. Sentire il profumo del pesto o il rosso del barbera. Che farò?. Vediamo volta per volta. Non posso nemmeno scendere per il caffè o la grappa. Non sia mai!. Nemmeno la TV perché all’ora di pranzo tutti i programmi sono sul mangiare, cucinare e mangiare. Tornando alla Nemo la cosa che più non digerisco è la colazione. Mi portano una pappa di latte con i biscotti sciolti, mi dicono. Non riesco ad accettare di non provare, almeno l’emozione di spezzare i biscotti e mangiarli al momento giusto: non sciolti ma nemmeno duri. E allora mi hanno proposto un budino. E’ andata. Non ho ancora i tempi della varie fasi, rubinetti compresi. Ma dopo il sogno di questa notte: il pranzo è servito.